Chi cerca trova (alle volte)
"Le Chiastre", "La montagna", "Le gobbe del cammello"... sono tutte zone rocciose piuttosto profonde che rompono la monotonia del fondale fangoso che si estende quasi uniformemente davanti Ostia e Torvaianica.
Logico quindi partire da quelle zone per cercarne di nuove, magari meno appariscenti ma anche meno conosciute e quindi meno sfruttate nel prelievo di pesci da parte dei tanti appassionati pronti a calare a fondo esche artificiali ed esche vive alla ricerca di predatori importanti.
Quella della ricerca è una predisposizione mentale. Bisogna accettare la possibilità di girare per intere giornate nel nulla.
Noi veniamo poi dall'esperienza negativa del "Banfshire", relitto fondo e di dimensioni importanti, trovato dopo giorni di ricerca (non è dove lo segnano le carte nautiche!) e che mai ha risposto positivamente alle nostre aspettative nelle molteplici pescate che si sono succedute negli anni.
Per non parlare delle inutili perlustrazioni nella zona delle "Chianozze di Furbara" dove il nostro ecoscandaglio non è mai riuscito ad individuare il minimo scoglietto emergere da una distesa uniforme di fango.
Ma veniamo al nostro racconto.
E' pomeriggio e sono in pesca con mio nipote Giorgio. Dopo parecchio girovagare abbiamo trovato una zona con un pò di roccia sui 70-80 metri di fondo ma l'eco segnala poca mangianza e nessun pesce grosso. Facciamo delle passate parallele, spinti dal vento, pescando con gli inchiku, sperando di trovare predatori importanti ma non disdegnando grufolatori ed altri pesciotti di fondo. Di tanto in tanto sentiamo i morsetti dei pesci piccoli e prendiamo anche quattro tanute.
La mangiata violenta sul mio inchiku arriva improvvisa. Ferro con decisione due volte e mi accorgo subito che si tratta di un pesce bello. Quasi contemporaneamente anche mio nipote ferra con decisione ed inizia il suo combattimento con un pesce che non si vuole staccare dal fondo.
L'esito non è lo stesso, io perderò a mezz'acqua il pesce che troverà il modo di slamarsi, dandomi modo di guadinare il dentice di oltre 5 chili di Giorgio.
Si ripete la passata ed è subito un'altra coppiola. Questa volta i pesci arrivano entrambi a bordo. Altri due dentici, il mio di 4 chili, quello di Giorgio di 2.
Nei successivi tentativi non troviamo più il branco, forse si è spostato, oppure i pesci, disturbati dalle catture, son diventati diffidenti e non attaccano più i nostri artificiali.
Si continua la perlustrazione per individuare altre zone interessanti da segnare sul gps e troviamo una zona col fondo più mosso. In quella zona arrivano due attacchi.
Sono cernie. Io la prendo, è 2 chili e mezzo, Giorgio la perde quando era a pochi metri dalla superficie. Non riemergerà, meglio per lei, comunque non era grossa. Poi più nulla.
Seconda pescata, ancora di pomeriggio-sera. Cerchiamo una immediata conferma della pescosità della zona trovata.
Ovviamente si parte dai punti segnati nella pescata precedente ma lì questa volta, il branco dei dentici non c'è.
Lo troviamo a poche decine di metri di distanza. Attacco violento, testate, fughe e... il dentice, sicuramente un bel pesce, mi si slama.
Al passaggio successivo tocca a mio fratello Simone. Il suo dentice è ben ferrato e io posso guadinarlo. E' un pesce discreto, 3 chili e mezzo.
Dopo qualche passaggio a vuoto ci spostiamo sulla zona delle cernie. Subito una impegna mio fratello in un bel tira e molla fino a staccare il pesce dal fondo, poi la cernia si arrende e arriva in superficie. E' un pesce di 6 chili.
Un'altra bella cernia, successivamente, riuscirà a riguadagnarsi la libertà slamandosi prima che sia troppo tardi.
La pescata finisce con un pò di ricerca, su zone più fonde, infruttuosa, a parte una discreta tanuta.
La terza pescata è un errore. Le condizioni meteo non sono favorevoli, lo scirocco soffia con troppa energia e non si riesce a pescare a dovere nonostante l'ancora galleggiante grande calata in acqua.
Con gli inchiku, anche con i più pesanti, si fa fatica a trovare il fondo ed abbiamo l'impressione di pescare a mezz'acqua.
In queste condizioni l'aver messo a pagliolo un dentice di 4 chili sull'unico attacco ricevuto lo possiamo interpretare come un segnale estremamente positivo. La zona ha superato l'ultimo esame. La ricerca, per una volta, ha pagato. Ci torneremo...
Lupus
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