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Una giornata incredibile... 

 

 

 

Premetto che ormai definire la mia attitudine verso lo spinning alla spigola semplicemente “perseveranza” è quasi riduttivo, ormai è degenerata nell’ossessione, con la spasmodica ricerca del posto, della condizione, dell’esca giusta da provare. Passiamo ad un report di una avventura unica.

Martedì 24 il verificarsi di alcune circostanze “astrali” che mi consente di provare una spinnata finalmente prima del buio, decido allora di allontanarmi un po’ e provare alcuni spot della costa laziale centro settentrionale dove le notizie e le catture sui forum mi fanno sperare che forse giri qualche spigola in più che nei miei soliti spot.

Mi trovo in solitaria, in quanto il maestro Dany è costretto al forfait, e vedendo che il mare è abbastanza attivo ed è previsto in aumento, decido di abbandonare l’ipotesi di qualche piccola foce su sabbia verso Ladispoli, che avevo battuto recentemente, per spostarmi verso una zona in cui la presenza di piccole barriere frangiflutti e qualche scoglio mi da maggiori garanzie di stare in pesca con il moto ondoso.

Decido di provare una punta che in autunno mi aveva regalato una bella cattura, ma poi progressivamente dimenticata per i soliti sporadici cappotti.

Mi sorprende un duplice arcobaleno, che malgrado il tendenziale squallore delle nostre coste (altro che i paradisi della sardegna) mi regala una bella immagine che interpreto come buon auspicio...

 

 

  spigola

 

  

C’è schiuma e corrente, ma ancora si sta in pesca bene, perché il vento è poco e mi sono posizionato in modo che sia di traverso, quasi alle spalle... Provo prima un paio di darter leggeri ed un silicone ma sembra che la schiuma e corrente siano già troppo forti per queste esche, e poi non riesco a lanciare fino al punto che mi piace di più...Mi affido allora alle indicazioni sugli abbinamenti cromatici e comportamento delle esche in corrente che ho letto su una bellissima rivista francese, da veri malati di spigole (sono talmente malato che la leggo pure non sapendo una parola di francese...). Tiro furi un esca molto apprezzata (che mi ha fatto scoprire il “maestro” Daniele), un bell’Arnaud bianco, in onore alle indicazioni francesi. La distanza di lancio con questa esca è notevolmente superiore e riesco a raggiungere proprio la cigliata fuori di una pericolosa punta affiorante, dove si crea una bellissima corrente e l’onda batte con una schiuma molto interessante.

Neanche 2 giri di mulinello e la botta arriva incredibile, l’esca viene prima fermata quasi come un incaglio, la tipica mangiata della spigola di taglia che lascia sempre un po spiazzati, ma poi le testate e qualche fuga dimostrano una forza incredibile: escludo il serra per il comportamento, si tratta della cattura di una vita, un pesce di almeno 5 kili.

La canna è bella piegata,  e sto con l’ottima 3/4 TFO di G. Loomis neanche con la leggerina 5/8, e devo addirittura stringere la frizione perché il pesce non viene proprio.

Temo addirittura una lecciotta media, ma l’assenza di fughe veloci e la presenza di una resistenza potente e pesante mi convincono che non può essere che una grossa spigola… alla faccia di chi dice che non tirano.

Le forte corrente e la presenza di molte rocce, alcune pericolosamente affioranti, rendono il combattimento molto più impegnativo che da una spiaggia o in un acqua ferma.

Il tira e molla mi lascia impressionato, sarà durato un infinità, circa 2-3 minuti di pompaggio con la canna piantata sull’inguine per schiodare la preda dalla corrente, poi evitare la punta di rocce… sono veramente emozionato. Temo anche che per la forte resistenza, come purtroppo spesso avviene, la regina sia agganciata esternamente e tiri in senso contrario, non posso però continuare a tenerla sulla corrente che gli permette di offrire una resistenza enorme e la pompo più decisamente… Finalmente riesco a portarla nella baia nella zona di relativa calma degli ultimi 5-10 metri, la mia posizione sugli scogli in acqua mi consente movimenti molto limitati e devo studiare bene come portarla sotto e provare ad agganciarla con il fish grip che mi porto sempre appeso alla giacca… So che un tentativo andato a vuoto può essere letale...

Mentre l’avvicino pompando si gira e scoda sulla superficie dell’acqua: rimango impietrito quando intravedo la coda più ampia di un palmo di una mano. Quando mancano pochissimi metri all’avvicinamento finale ecco un'altra serie di scodate e succede l’incredibile: se ne va ormai quasi a portata di mano…

L’Arnaud è montato con ami (2 con ardiglione tipo live bait ed un più grosso decoy sergeant in coda), forse era ferrata sulla branchia o il combattimento troppo prolungato ha fatto aprire il foro di un amo…fatto sta che rimango impietrito e inerme, ancora pervaso dalla scossa adrenalinica e con la consapevolezza di aver perso il pesce di una vita…un po sgomento per la delusione risalgo a terra, mi devo “ricomporre”, mando un sms liberatorio agli amici spinner e cerco di esorcizzare il momento negativo, visto che comunque non mollo cerco di ridarmi fiducia, ho capito l’esca ed il punto e ci riprovo.

 

 

  spigola

 

  

I primi lanci dopo il ritorno non sono decisi e non raggiungo il punto buono, mentre il mare aumenta leggermente, poi un momento di concentrazione e finalmente lancio proprio nel punto “buono” al limite di gettata e riuscendo a prendere la traiettoria giusta per evitare una fastidiosissima boa che ostacola la zona di lancio... 2-3 giri con stop intervallati per tener l’esca sulla corrente e riecco “la botta”; questa volta parte con sfrizionata decisa quasi in corsa, c’è di nuovo !!!!

Mi ricordo stavolta dei consigli dei “maestri” che dopo le mie tante slamate mi suggerivano che un paio di ferrate non fanno mai male e malgrado la resistenza sia già notevole assesto un paio di botte per ferrare a dovere la malcapitata…

Anche stavolta, con un po di corrente in più il tira e molla si sente eccome ma riesco a evitare l’abrasione del trecciato sulla punta dove la corrente è molto forte e la spigola farebbe una resistenza esagerata.

Mi sembra che venga più agevolmente dell’altra, e lasciandogli fare qualche capocciata ogni tanto, la pompo abbastanza deciso perché voglio portarla subito lontana dagli ostacoli e le correnti più forti ed evitare combattimenti tropo prolungati.

Stavolta o per la forse minore resistenza, o per la maggior determinazione da parte mia, la avvicino in tempi notevolmente più brevi e finalmente me la porto sotto i piedi…

Appena riesco ad alzargli la testa mi appresto a prenderla con il Fish Grip, ma non è così facile, allora con una mano fermo il finale e visto che l’artificiale è esterno alla bocca da una parte, con l’altra mano prendo la regina dalla branchia opposta e la tiro di peso... nel frattempo cede il finale (o meglio il trecciato sul nodo di giunzione) ma con il fish grip assicuro la preda per un trasporto sicuro: 2 degli ami dell’artificiale sono appuntati nel labbro esterno, una ferrata comunque sicura.

La gioia è immensa, la preda non la rilascio (il mio C&R involontario l’ho già effettuato), ma appena in secco do il “colpo di grazia” alla bellissima regina, per non lasciarla a lungo agonizzare fuori dall’acqua (le spigole hanno una resistenza incredibile sotto questo aspetto). A casa risulterà di circa 4 kg (mi sembrava di più a occhio - scusate la bassa qualità delle foto ma sono “autoscatti” coll’Iphone)

Non saprò mai se nell’imprevedibilità di questi maestosi pesci ho addirittura allamato 2 volte la stessa, o come spesso si dice cacciavano in coppia nello stesso punto, probabilmente la prima era la più grossa o allamata esternamente.

Un Plauso alla TFO SW 7’ 3/4 per l’ottima azione…

Pochi minuti dopo il mare è cresciuto a vista d’occhio e oltre alla pericolosità della posizione di pesca con il buio, la corrente e la schiuma sono diventati veramente impetuosi, e decido di rientrare felice e “vittorioso” per un esperienza che non dedicherò mai… questo è lo spinning da terra… decine e decine di cappotti, ma quando capita la cattura bella te la porti dentro per sempre…

Paolo "Ezzio"

  

  

      

 

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