Lampuga e poma: primo tonno a drifting
Agosto 2008 - Paterno, batimetrica dei 120, due miglia e mezzo al largo, tra le due boe . I vicini di barca subito in pozzetto a combattere con il rosso mezz’ora dopo il nostro arrivo. Da come sono schiazzati via o lo hanno preso o si sono raffiati a vicenda. La cosa ci ha messo comunque di buonumore. Poi le ore sono passate e lo sconforto ci ha nuovamente assalito, come nelle due precedenti uscite. Chiamo Tsunami ma niente, tra il figlio, il nuovo lavoro … e qualche altra cosa … è ormai irraggiungibile. A chi cazzo ti attacchi …Keoma. Sandro:” sono al lavoro … insistete ... mollate l’ancora … mo arriva “ .
Ma come cazzo si pesca questo tonno, l’altro giorno Keoma ci ha detto di ancorarci, oggi ci dice di mollare l’ancora, Asso esce e torna sempre con il rosso … noi siamo proprio incapaci!!!!
Comunque tra una battuta e uno spuntino di frutta (porca miseria alla dieta, l’anno scorso ho preso il pesce spada che ero ubriaco di birra e sazio di piazza super farcita) pensavamo di aver fatto un’altra giornata di mare e di sole.
Poi Stefano ha deciso di mettere una canna a sugheri sui 25 metri … pensavamo che visto i chili di pastura buttati a mare qualche pescetto si fosse avvicinato. Ma neanche l’ombra di un maccarello … là fuori a Paterno sembravamo veramente da soli. All’improvviso una tirata spettacolare sulla canna a maccarelli sui 25 metri nemmeno il tempo di sentire la frizione … rotto!!!!
Ma allora i pesci ci sono … che cazzo è stato!!!! Ora l’eco segna 35 poi 53 metri poi 25 poi di nuovo 55 metri. Decido di recuperare una canna e portarla a 55 metri, Stefano fa la stessa cosa ma si ferma sui 40-45 metri, la terza canna (quella volante la porto sui 35).
Ad un certo punto la lenza a 55 metri si prende due-tre metri dal mulinello, ci spero, la prendo in mano ma non sento niente (gli esperti: quando il tonno si allama parte come una locomotiva … non lo fermi più!!!!). Il palloncino, rotto l’elastico si è ormai allontanato, la lenza sembra affondare senza scosse, segua la discesa della lenza, poi decido di recuperare qualche metro e mi accorgo che pesa. Dico pesa e non tira, sembrava di aver preso una busta. Qualche secondo ancora e questa volta lo sento tirare e poi mollare. Il primo pensiero è andato allo spada dell’anno scorso, poca resistenza … dico a Stefano “ è uno spadino” … vedo al lenza venir sù ... mi aspetto anche il salto fuori dall’acqua ... ma niente. Chiedo a Stefano di passarmi la cosciera e lui che vedeva la canna dritta chissà cosa avrà pensato.
Mentre mi passa l’attrezzatura nuova fuga, gli chiedo anche la cintura renale, questa volta me la passa più convinto … comincio a capire anch’io e da esperto gli dico: “è un tonno 20-25 kg”.
Finito di vestire, come se ci avesse aspettato, decide di fare il tonno e caspita che fuga …il filo esce e come esce, ora si combatte ... barca libera e motore accesso, pozzetto liberato di ogni cosa (Stefano: “cazzo me lo avevano detto, e non ci credevo, che l’unico che fa il culo è quello che deve liberare la barca!!!! E’ vero”).
Ora la sensazione più bella: hai il tonno in canna, la canna piegata, tu piegato d’altra parte a fare contrappeso, niente attorno, una barca con il motore acceso e uno esperto pronto a manovrare … cazzo finalmente quello che ti dicevano è toccato anche a te ... può accadere tutto, puoi perderlo, puoi raffiarlo ... l’importante è avere avuto questa opportunità.
L’emozione è tanta, comunque ho il tempo di chiedere a Stefano una foto (vanità!!!), ma il tonno mi ricorda che sta combattendo per la vita … e mi tira in avanti, Stefano mi acchiappa dalla cintura e mi ricorda che può farmi fare la fine del Conte con il bicchierino del Cetorone!!!!!!
Ancora pochi minuti e Stefano vede il chiarore del pesce sottobordo e mi conferma che i 20-25 chili li aveva superati da un pezzo. Ora viene il bello … raffiarlo. Un’impresa con un raffio della Linea Effe (Giulio: “portatevi un raffio serio”. Giulio ... corri a comprarlo, il migliore), ma Stefano si supera, raffia, agguanta la coda del pesce e lega un cordino, ora è quasi fatta. Tolgo la canna dal bicchierino, metto le mani nella branchie del pesce e lo issiamo a bordo. Grido liberatorio di rito e veloce rientro al rimessaggio,dove complice l’impazienza di mia moglie, sono tutti allertati e in attesa del tonno.
L’impresa più difficile della giornata ... pesare il pesce (50-55 kg su una tavola su una bilancia pesapersone!!!) e poi sotto con la macellazione … che mazzo, il prossimo lo vendo subito al rimessaggio … scherzo, ma ci ho pensato!!!!!!
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