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Due serra col vivo

 

 

  

Mi sono arrivate notizie di avvistamenti di pesci lunghi un metro e di cacciate sui cefali anche molto grossi. In una parola, lecce alla foce del Tevere. E' il 17 Luglio, la cosa mi sorprende un pò ma le condizioni del mare sono ideali e decido che un tentativo nel pomeriggio lo si può fare.

  

Coinvolgo un amico, Paolo, che si è procurato dei grossi cefali da innescare vivi. Cerchiamo le lecce, quindi montatura a due ami in fluorocarbon, senza cavetto d'acciaio.

Dopo alcuni giri a vuoto, finalmente l'attacco deciso su una delle esche. La frizione cede filo, il mio amico ferra ... c'è. Pensiamo alla leccia, invece un salto fuori dall'acqua fuga ogni dubbio. Il serra è ferrato all'angolo della bocca, il terminale non è in contatto con i denti e questo ci consente la cattura. E' un bel pesce, 4,5 chili alla bilancia.

  

La storia si ripete dopo un pò. Ferro il pesce ed ho l'impressione che si tratti di una leccia ma ancora una volta si tratta di un serra, grosso anche questo, anzi più dell'altro, 5,5 chili. La sorpresa viene dopo averlo portato a bordo. L'amo è conficcato in gola, il terminale in fluorocarbon dello 0,50 doppiato passa tra i denti del serra e non è stato reciso. Un fatto inspiegabile. 

La serata termina con un giro con i gronghetti morti. Un terzo pesce arriva fin sotto bordo ma qui, complice la difficoltà di raffiare il pesce con un attrezzo troppo grande, trova una insperata libertà. Dopo questo pesce, che sarà stato sui 3 chili scarsi, un altro attacco si conclude con la perdita di un serretto da un chilo al primo salto.

  

E' l'ultimo fatto di cronaca per una giornata di pesca condita da una buona dose di fortuna che ci ha consentito di portare a bordo della barca due bei pesci che non cercavamo ma la cui cattura ci ha comunque fatto molto piacere.

 

 

  

 serra col vivo

  

   

   

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