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Amed e Lorenzo: un tonno col vivo 

 

Esco con Lorenzo per un tentativo a dentici col vivo, abbiamo una canna al fondo e l'altra sulla mezz'acqua, entrambe innescate con sugarelli.

L'eco marca un bel pò di pesci ma nulla accade.

Intorno a mezzogiorno vedo sull'eco una palla di sugarelli intorno ai 40 mt e ci calo in mezzo la canna a mezz'acqua. Poco dopo il mulinello inizia a cantare a gran velocità: si capisce subito che è un tonno.

tonno amed

Gli andiamo dietro trai 4 e i 6 nodi ma ancora prende filo, continuiamo ad andare verso il largo e qualcosa piano piano recuperiamo.

Mi ripasso in mente attrezzi e lenze: canna Baltimora 1 - 12/20, mulinello TLD 20, 300 yarde di trecciato 30 lbs, 40 mt di nylon Ande Tournament 50 lbs, nodo di giunzione Bristol, girella (troppo piccola, mi preoccupa), terminale Seaguar 0,62 doppiato negli ultimi 40 cm, ami VMC 4/0 e 5/0. Spero che tra i dentini abbia la doppiatura, al contrario la rottura sarebbe molto probabile.

Tra pause e ripartenze abbiamo qualcosa di più di 100 mt di lenza fuori, la canna si piega troppo e non ho la cintura, metto un asciugamani sull'inguine e proseguiamo. Il cimino della canna è spesso in acqua e ogni tanto sono costretto a fargli prendere filo direttamente dal mulinello tenendo la canna sulla stessa linea della lenza, lavoro molto con i pollici e a volte faccio in modo che il pesce trascini la barca per provare  a stancarlo. A volte risale e ci concede di recuperare, poi riparte.

Dopo più di due ore riesco ad arrivare al nylon e quando il nodo di giunzione è in bobina mi sento un pò più tranquillo.

Passa un’altra ora e riesco a recuperare un pò di lenza, mezzo metro, un metro... la canna si piega troppo e le pompate sono poco efficaci, a volte riparte e guadagna altri metri. Arriviamo poi a togliere il piombo a venti metri dal terminale, si fa vedere: è bello grosso, ci gira intorno e riparte.

Le braccia sono a pezzi e l'inguine mi duole ma non ho nessuna intenzione di mollare, la presenza di Lorenzo è preziosa anche sul piano mentale. 

Incomincia a girare sotto la barca, lo vediamo una ventina di metri sotto, ma è troppo pesante per la 20 lbs, recupero poca lenza, a volte non ho la forza di girare la manovella e mi devo fermare per riposare un pò. Lo guardiamo girare ancora per una buona mezz’ora sempre più vicino, mettiamo la barca di fianco mentre scarrocciamo verso terra. Finalmente è quasi a galla, ancora un paio di giri e riesco ad affiancarlo alla murata, Lorenzo lo aggancia col raffio grande sulla schiena, lascio la canna e col piccolo lo raffio dietro la testa. Lo teniamo fermo ma dobbiamo riposarci per qualche minuto per recuperare un pò di forza. Poi riusciamo a issarlo sulla falchetta: è fatta, una stretta di mani e lo tiriamo dentro dopo tre ore e tre quarti di combattimento.

Lo stimiano intorno ai 60 kg, è un bel colpo in rapporto al complesso pescante utilizzato.

"Amed"

       

  

  

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