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La gallina coccodè  

 

Finalmente settembre, con Walter siamo partiti da Roma, Piermassimo è partito da Pistoia, Stefano fratello di Walter ci aspetta a Marciana Marina, Isola D’Elba, dove ci metterà a disposizione l’appartamento che era dei suoi genitori. Sauro, il padre, viene ancora ricordato con molto affetto dai locali come un gran pescatore e costruttore artigianale di totanare.

 

La traina con il vivo e piombo guardiano sarà il tema costante della nostra attività di pesca; come al solito mi sono portato dietro il mio personale negozio, non manca davvero nulla alla riuscita dell’impresa.

 

La settimana che verrà è davvero piena di mille aspettative le quali si infrangono quasi subito in una amara realtà, l’annuncio dell’arrivo di una perturbazione meteorologica, che purtroppo contro ogni previsione durerà quattro lunghi interminabili giorni.

 

Non c’è di peggio che avendo a disposizione tutto sono di vedetta su uno stupendo balcone che non dista più di dieci metri dal mare aspettando segnali di miglioramento che non arriveranno.

 

Il primo giorno di pesca parte alla grande con una incocciata di una cernia che ci farà fare il tiro alla fune per molto tempo, alla fine dopo tanta trazione e sfrizionate notiamo che la bestia, vi assicuro che parliamo di un peso massimo, ha abboccato sull’amo trainante slamandosi inevitabilmente. Poi un grande barracuda (quasi oceanico) chiude insieme ad una maciullata tanuta la giornata.

 

Si riparte dopo la lunga perturbazione, alzataccia alle 3,30 per andare a catturare calamari che ci serviranno per esca viva. Quando la vasca del vivo è abbastanza piena, prua su una nota secca al largo dell’Isola di Pianosa, oltre il limite consentito per legge e arrivati sul posto... sorpresa almeno dieci esemplari di stazza notevole di delfino che banchettano, inutile ogni tentativo, giornata persa.

 

Ultimo giorno di pesca, ci dobbiamo giocare il jolly, altra levataccia al solito orario per procurarci i calamari e finalmente partiamo per insidiare dentici. Dopo vari passaggi siamo aggrediti da insaziabili tanute che divorano tentacoli e teste dei poveri calamari mutilandoli impietosamente.

 

Decidiamo di raggiungere velocemente un’altra secca a otto miglia, facciamo vari tentativi e di nuovo le tanute... ormai l’orario magico è compromesso, sto pensando che rientreremo senza cena, resta l'ultimo tentativo, tanto per chiudere la giornata, lungo la scogliera sotto costa.

 

Raggiunta la posta calo un calamaro vivacissimo sui 50 metri e si inizia. Mi accorgo dopo pochi minuti di traina che il fondale da roccioso diventa un misto di posidonia e sabbia (l’ecoscandaglio a calori ci da conferma). Giusto il tempo di virare per ritrovare la roccia che la mia venti trenta libbre si piega e parte il cicalino del mulinello; inizio a salpare sentendo solo appesantimento della lenza che esclude quello che stiamo cercando; recupero il piombo guardiano, sgancio per recuperare gli ultimi venti metri di finale quando intravedo una grossa sagoma a due colori, bianco e arancio e più sale e meno ci credo, ormai è sotto la murata della barca, è una gallinella di mare, colpo magico di retino ed è a bordo davanti ai miei occhi l’incredulità è al massimo, in porto la misureremo con una bilancia di un amico, 5 chili tondi, sono anni che pesco a bolentino di profondità con mulinello elettrico e di gallinelle nemmeno l’ombra.

  

  

    

foto gallinella

     

Siamo davanti all’impossibile? No devo ancora vedere il peggio. Piermassimo, che sta apprendendo la tecnica della traina con il vivo ed i piombo guardiano, decide di provare, cala sul fondo uno strapazzato calamaro, l’innesco non è stato facile, cinque minuti e la canna si flette vertiginosamente con il mulinello che inizia a cantare è un tira e molla continuo fatto di energiche testate e fughe brevi e veloci, nel frattempo non smetto di dispensare utili consigli per recuperare il pesce, finalmente dopo molti interminabili minuti e fiato sospeso emerge dal blu intenso un dentice di 4 chili. Le sorprese non finiscono mai, l’amo ferrante è conficcato sulla base della coda, ecco perché tirava così tanto.

 

Guardiamo tutti Piermassimo come un marziano tantè che il buon Walter che non è dotato di una folta capigliatura prende la sua mano e la porta sul capo chiedendo se può fare qualcosa per lui.

 

Il tempo di ricalare e riparte nuovamente la canna, ricciola sui tre chili, do spiegazioni su come gestire il tutto ma ormai è vittima della sindrome di onnipotenza e mi risponde piccato che non è la prima volta che tira una leccia.

 

Come dice Sandro Onofaro nei suoi filmati proviamo ad analizzare la pescata: abbiamo capito che il sotto costa si è rivelato migliore delle mitiche secche, che le gallinelle di mare si possono pescare anche a traina con il vivo e che un neofita in dieci minuti può raddrizzare una situazione ormai compromessa, peraltro a poker vince sempre il meno esperto sul professionista.

 

Sono arrabbiato? Sono deluso? Come qualcuno mi fa notare, no assolutamente, la pesca è anche questa.

 

Ettore "Dentice53"