La pesca a Febbraio
In questo mese le perturbazioni si alternano con ritmo continuo portando piogge insistenti, in alcuni casi nevicate e forti mareggiate. Negli intervalli, i rari periodi di alta pressione portano venti gelidi che spirano dai quadranti settentrionali. Insomma, parlare di pesca in questa stagione appare ai più velleitario. Eppure, qualche pesce in giro c’è ancora. E poi per mare di barche se ne incontrano poche, quindi si pesca nella assoluta calma. E’ a quanti non vogliono arrendersi al “Generale Inverno” per dedicarsi alla manutenzione delle attrezzature, che dedichiamo queste poche righe con le indicazioni ed i suggerimenti che ci sentiamo di dare affinchè, per lo meno, possano cercare di evitare quel “cappotto” del quale, avrebbero tanto bisogno, come indumento, ovviamente.
Prendere un pesce non sarà facile, ma alle volte, si sa, la fortuna premia gli audaci.
Nell’immediato sottocosta, c’è ancora la possibilità di imbattersi in un serra. Ormai è provato che qualche esemplare si ferma per tutto l’anno e, ignorando l’istinto migratorio, resta sottocosta per tutto l’inverno, soprattutto nelle zone di maggior concentrazione, i porti e le foci dei fiumi. L’incontro coi serra, comunque, anche in queste zone è abbastanza casuale.
Diversamente, la traina col vivo a fondo, alla ricerca di dentici e ricciole può regalarci delle grandi soddisfazioni. Come esca è bene cercare quelle stagionali: calamari (ma che freddo pescarli di notte!), seppie e fragolini. Se riusciamo a trovarli con l’ecoscandaglio vanno bene anche i sugarelli. La zona delle secche di Tor Paterno è l’unico spot da chi fa di Fiumicino od Ostia la propria base di partenza. Per chi può sportarsi con la barca al seguito si aprono scenari ed opportunità maggiori, andando ad Anzio, a S. Marinella, a Civitavecchia, al Circeo o addirittura a Ponza o alle altre isole Pontine.
Nelle stesse zone rocciose dove si presume possano esserci dentici, ricciole e cernie ci si può provare. In inverno questi pesci si portano in genere a profondità maggiori, a quote spesso troppo elevate per la traina ma non per il vertical jigging, tecnica che ci consente di pescare, in condizioni favorevoli, anche a 80-100 metri di fondo.
Come nel mese precedente, le spigole saranno le nostre possibili prede nell’immediato sottocosta. La tecnica è sempre la stessa: traina di superficie su fondali dai 2 ai 6 metri e, soprattutto adesso, traina con artificiali affondati pescando tra gli 8 ed i 15 metri di profondità. Come sistema d’affondamento il più indicato è quello lineare, mediante l’utilizzo del dacron piombato, da preferire al monel, in questo caso. In alternativa, si possono usare anche il dacron ed i piombi inseriti nella lenza.
Trainando a fondo, con monel o con l’affondatore, sulle secche di Tor Paterno, non è da escludere la possibilità di catturare qualche bel dentice. Per stimolarne l’aggressività si raccomandano artificiali di una certa dimensione.
Su fondali tra i 10 ed i 40 metri si possono prendere le palamite. In questa stagione stazionano generalmente a mezz'acqua o verso il fondo ed è là che le andremo ad insidiare con i nostri artificiali affondati. Ottima la zona delle "bettoline".
Qualche bel tonno rosso in giro magari ci sarebbe ancora ma la normativa in vigore dal 2009 ne vieta la pesca ai dilettanti. Se volete provarci fate pure, basta rilasciare le eventuali catture.
Light Drifting
Solo le palamite si aggirano in questo periodo a portata di barca. Farle risalire in superficie con la pastura però non è cosa facile. Vanno dunque pasturate e pescate ad una certa profondità. Meglio se c’è poca corrente.
Serra e spigole le possibili prede dello spinning, specialmente queste ultime. Questa tecnica ci consentirà di non restare fermi durante i periodi di mare mosso. Lo spinning da terra è proprio con le mareggiate in scaduta che può regalarci le maggiori soddisfazioni in questo periodo. Di giorno ma anche e soprattutto di notte. Occhio alla marea, meglio quando sale.
Meglio lasciar perdere, in questo periodo è tempo perso. Solo casualmente potremo imbatterci in qualche mangianzella di sugarelli o di palamite.
Fragolini, fragolini e poi ancora fragolini. Sono questi pesci a riempire i cestini di quanti si dedicano al bolentino invernale. Col freddo sembrano moltiplicarsi ed aumentare di taglia. Da noi ogni anno la loro presenza è segnalata massicciamente, specialmente nella zona intorno alle Secche di Tor Paterno. Qualche zona buona c’è anche di fronte a Ostia ("Canale dei Pescatori" e "Tenuta del Presidente") e Fiumicino ("bettoline").