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Prima ricciola per Francesco 

Far prendere i pesci a chi non ha esperienza è sempre difficile. Figurarsi poi se il pesce in questione è la ricciola e l’allievo pescatore ha solo 10 anni. Eppure era proprio questo il compito che mi ero assunto, far prendere una bella ricciola a Francesco nell’unica mattinata che avevo a disposizione per fornirgli tutte le informazioni di cui avrebbero avuto bisogno, lui ed il padre, nei successivi giorni che avrebbero trascorso in Corsica. Certo, il posto in quel periodo era pescoso e lo conoscevo bene, però …

La giornata era iniziata nel migliore dei modi e non avevamo faticato troppo a fare una bella scorta di sugarelli, pescati a bolentino con i sabiki, che ora nuotavano tranquilli nella vasca del vivo posta sul gommone. I primi rudimenti erano impartiti, come procurarsi l’esca, come effettuare le montature, l’azione di pesca a traina col piombo guardiano. Mancava la parte più difficile da realizzare, la cattura del pesce, che doveva avvenire da lì a poche ore.

Il tempo scorreva inesorabile ed i mulinelli restavano muti. Si era alzato un po’ di vento che increspava il mare ma la nostra azione non ne era disturbata. Ormai tutta la “teoria” era stata sviscerata, mancava la “pratica”.

prima ricciola

La svolta arriva improvvisa. Proprio davanti a noi scoppia una piccola mangianza. Vedo i gabbiani tuffarsi e rialzarsi in volo, segno che le loro prede sono a portata di becco, spinte in superficie da predatori pinnuti. Certo, potrebbero essere tombarelli, sgombri, palamite, però vale la pena avvicinarsi e dare un’occhiata, non si sa mai ed oltretutto è proprio sulla nostra rotta. Quando siamo a poche decine di metri di distanza vediamo gli spruzzi provocati dai pesci. Ci sono sicuramente i pesci piccoli, che a noi in quest’occasione non interessano, ci sono però anche le ricciole, vediamo bene le ampie sciate in superficie ed i gropponi che risaltano scuri controluce. E’ la nostra grande iccasione.

Faccio togliere il piombo guardiano ad una delle due canne, in modo che l’esca lavori in superficie e imposto la rotta in modo di passare a fianco della mangianza col gommone, senza spaventare i pesci e curvando subito dopo, in modo che il sugarello innescato passi proprio lì. Ecco, ormai ci dovremmo essere. Non sempre le ricciole in queste circostanze attaccano un pesce diverso da quello che stanno predando. Il branco di pesciolini sul quale si è scatenato il duplice attacco, dei pesci da sotto e dai gabbiani dall’alto, è costituito da minuscole costardelle. Questa volta siamo fortunati, una ricciola ha attaccato ed ora è partita nella sua prima energica fuga.

Aiuto Francesco a ferrare il pesce e regolo la frizione del mulinello per il successivo combattimento mentre Giancarlo, il padre, aiuta il figlio ad indossare cintura e renale da combattimento. Stringendo le cinghie al massimo riesce ad adattare l’imbragatura alla meno peggio ed io posso passare la canna al piccolo angler. Nonostante l’emozione, a stento tenuta a freno, Francesco segue alla lettera tutti i miei suggerimenti e solo di tanto in tanto interviene Giancarlo ad aiutarlo un po’.

Per fortuna la ricciola non è di dimensioni enormi, così il combattimento volge al termine nel breve lasso di tempo di qualche minuto. Il pesce arriva al gommone ancora vitale ma anche in questa delicata situazione riusciamo a portare a compimento la cattura con un preciso colpo di raffio. Francesco non sta più nella pelle per la contentezza e strilla ai quattro venti tutta la sua gioia ed io sono soddisfattissimo per essere riuscito in un compito che sembrava davvero difficile grazie ad una felice intuizione.