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Alalunga in traina d'altura

Oggi, 28 settembre 2005, si esce in traina d'altura, a circa 24 miglia dalla costa, su una secca che ha un picco a 500 mt. di profondità. Siamo sulla marca di Michelangelo e Marco, uno zaniboni 22 e, arrivati sul posto, dopo circa un'ora di navigazione, cominciamo tutti i preparativi necessari. La prima canna che caliamo è una normic 20 libbre, armata di mulinello elettrico con più di 300 mt. di monel da 60 libbre. Caliamo circa 220 mt. di monel, il che significa che la nostra esca lavora ad una profondita di 15-20 metri dalla superfice, ad una velocità di 6 nodi. Calata la prima canna caliamo le canne più lontane, quelle sui divergenti,m a circa 40 mt. da poppa; poi caliamo le canne intermedie, a circa 20 mt. da poppa ed infine quelle più corte, a circa 10 mt. da poppa. Le esche utilizzate sono piume, octopus e minnow.

Alalunga in traina d'altura
  

La giornata non sembra ricca di emozioni e in qualche ora di traina Riceviamo vari attacchi di spadini, dei quali solo 2 allamati: 1 preso e successivamente liberato e l'altro, stimato uno spada di dimensioni discrete, ha rotto il terminale dello 0,60.

  

Continua la pescata e dopo un po' parte la canna col monel: stavolta non sembra proprio un pesce spada, forse un tonno di branco che è stato ingannato dallo squid della yo-zuri. Dopo circa 10 minuti di combattimento emerge la sagoma di un pesce, ormai stremato. Un preciso colpo di raffio ci permette di issarlo a bordo e di ammirare che in realtà non è un tonno di branco ma un'alalunga, che, alla pesa, risulterà essere di 9 kg.

La giornata è quasi al termine e così decidiamo di far rotta verso il porto. Nel rientro vediamo dei pesci a galla in mangianza, così ci fermiamo e trainiamo un po'; prendiamo 1 lampuga e 1 tonnetto.

  

La giornata è ora finita, torniamo al porticciolo e facciamo le solite foto di rito.

  

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